venerdì 26 aprile 2019

Da Michel Houellebecq a Bernard Henry Levì i “Very Big” dell'Intellighenzia francese passano al cattolicesimo ratzingeriano.


Sono immagini grandi e terribili quelle che la Francia, il Cuore dell'Europa, ci dà a vedere. Ultima, orrore puro, la devastazione con le fiamme, della cattedrale di Notre Dame (ma sono oltre un migliaio gl'attacchi alle chiese nel solo 2018). Ci sono le immagini dei disordini portati avanti dai Gilets Jaunes, quelle degl'attentati islamici al Bataclan. E sono del resto in sintonia con quelle della Storia francese, terribili ma grandi: i fuochi illuministici e le ghigliottine della Rivoluzione che in un anno hanno fatto più morti che l' Inquisizione in tutta Europa in quattro secoli; l'imperialismo napoleonico; l'Esposizione Universale del 1889 e la Tour Eifel; le persecuzioni ebraiche e le svastiche naziste durante la seconda guerra mondiale; il '68, frutto marcio tardivo 


dell'Illuminismo ateo ed agnostico. Immagini grandi e terribili che mettono sul tavolo in modo indiscutibile, se mai ce ne fosse bisogno, che le concezioni illuministiche sono antropologicamente false (come del resto i dati statistici sulla denatalità dimostrano) e foriere di senescenza estinzione e morte per le società che volessero metterle in pratica, accentuate magari dall'immigrazionismo di massa. Fortunatamente la coscienza di massa, la coscienza, popolare, se ne è ben resa conto e ci ha donato altre immagini, stavolta ancora grandi ma anche Belle: le immagini Pro Vita dei Family Day. Tanta gente, tanto popolo, pacifici, sereni, festanti, con l'antica radice d'Europa, il Cristianesimo, alba di un giorno nuovo a fronte degli orrori. Una coscienza ormai 


non più propria solo degl'intellettuali della “propria circoscrizione”, dei Jacques Maritain, degli Etienne Gilson, ma che già con Jacques Le Goff ha cominciato una decisa e vera ricostruzione dell'era di mezzo, un'era di Luce, e con ciò un valido proselitismo. Su questo fronte un contributo imprescindibile è dato, negli anni '60, dal Concilio Vaticano II che porterà alla caduta del muro di Berlino e con ciò alla fine della Guerra Fredda. Altro contributo importante è, proprio nel 1968, la “Introduzione al Cristianesimo” con cui Joseph Ratzinger, uno dei Teologi rampanti del Concilio (futuro Prefetto per la Dottrina della Fede e Papa Benedetto XVI) diventa “Il Teologo”. “L'Europa o sarà cristiana o non sarà” aveva più volte detto, e, cristiana significa 


confluenza di Giudaismo, Cultura Greca e Diritto Romano, significa Fede e Famiglia, sulle orme di San Benedetto, da cui la scelta del nome. E' una realtà di cui oggi, in Francia, è divenuta cosciente – finalmente – anche la Grande Intellighenzia francese e, segnatamente, nientemeno che proprio quella laica, atea ed addirittura agnostica. Il confronto diventa serrato con “Sottomissione” (è la traduzione di Islam) in cui Michel Houellebecq, Enfant Terrible della Cultura francese, si confronta da un lato con la memoria della società cristiana ormai semidissolta, dall'altro con la società della vacuità, del vano, del nichilismo portata dal '68, e, dall'altra con la diffusione soffocante 


dell'Islam. “Serotonina”, dal nome dell'ormone del piacere, ne è il seguito ed affronta la tematica della società edonisto/egoistica ovvero dell'era del rifiuto della responsabilità. E' la rimozione (al solito: per non urtare la sensibilità degli islamici) di una Croce sovrastante la statua di San Giovanni Paolo II a Ploermel a colpire la mente dello scrittore per l'intervista a “Der Spiegel” (anno 2017). Sono proprio i cristiani a stagliarsi positivamente contro la società del rifiuto della responsabilità creata dal '68: “E' come una corrente sotterranea che improvvisamente viene alla luce. Il fatto è che i cattolici devoti stanno mettendo più bambini al mondo. E trasmettono i loro Valori ai Bambini.” “In 


Francia stiamo assistendo ad un ritorno del Cattolicesimo ed i Cattolici in Francia sono diventati consapevoli della loro forza.” E' singolare, sempre nell'intervista allo “Der Spiegel” il confronto cui Houellebecq si lascia andare tra Comunismo ed Islam: “Il comunismo era una specie di falsa religione, un cattivo sostituto, non una vera fede, sebbene avesse la propria liturgia. Una religione è molto più difficile da distruggere di un sistema politico. La religione ha un ruolo chiave nella società e nella sua coesione, è un motore nella costruzione della comunità. L'Islam resterà.” Sulla sinistra post sessantottina, contemporanea, sui suoi radical chic e la sua politica Houellebecq è chiarissimo e lapidario: “La sinistra è in agonia, le sue idee sono 


morte. La sinistra ha perso la sua forza mobilizzatrice. Ho visto il marxismo morire. Ho sempre detto che i romanzi non possono cambiare il mondo. Ma “Arcipelago Gulag” di Solgenitsin ha cambiato il mondo. Il libro fu un fulmine in Francia. Per il marxismo suonò la campana a morte. (…) I mentecatti di sinistra sono diventati veramente insopportabili da qualche tempo. Si comportano come un animale intrappolato che sente che presto finirà.” L'ultimo giudizio formulato da Houellebecq in occasione del conferimento della Legion d'Onore (Aprile 2019) da parte del Presidente Emmanuel Macron è auspicabile: “Il ritorno del cattolicesimo al suo antico splendore è ciò che può riparare la nostra civiltà danneggiata”. Il 


Cattolicesimo cui si riferisce è quello autentico, tradizionale: “sarebbe bene che si allontanasse definitivamente dal protestantesimo e si avvicinasse all'ortodossia”. Insomma, SI' a Papa Benedetto e NO a Papa Francesco. Importanti anche le posizioni dell' “Inamico pubblico” di Michel Houellebecq, ovvero l'altro “Mostro Sacro” della Cultura laica transalpina, il Filosofo Milionario Bernard Henry Levì. Pupillo di Jean Paul Sartre in persona ed autore del miglior testo sull'esistenzialista francese (Sartre il Filosofo del XX secolo), è stato fortemente colpito dalla conversione della sorella minore, Veronique, proprio al Cattolicesimo. Presente, tra lo stupore generale, nella cattedrale di Notre 


Dame alla prima domenica di Quaresima del 2012 in occasione del suo battesimo. “Sur la Vie de la Croix” è il libro in cui essa ha raccontato il suo percorso di conversione. “Ho dovuto rendermi conto – così Bernard Henry - che non si trattava di una infatuazione puerile bensì di un grande e forte cammino interiore di crescita psicologica spirituale e teologica: Veronique è ora animata da una nuova grande forza interiore. Ho avuto la sensazione colpevole di aver tralasciato di trasmettere qualcosa a questa mia piccola sorella che potrebbe essere mia figlia”. Da quella domenica di Quaresima del 2012 l'interesse ed il confronto con il 


cattolicesimo si fanno serrati anche per l'ex pupillo di quel Jean Paul Sartre che stava anch'egli per convertirsi nel '43 prigioniero in Campo di Concentramento insieme a dei Padri Gesuiti e la cui mancata conversione è uno degli esiti che hanno portato al nefasto '68. I suoi frequenti viaggi gl'hanno fatto così scoprire, anche a lui come già a Houellebecq, l'Anima Cristiana dell'Europa seminata da San Benedetto ed a cui fa riferimento Benedetto XVI.
francesco latteri scholten.

mercoledì 17 aprile 2019

Le radici del '68: Edith Stein e Sartre: Vero e Falso progressismo.


La radice è la stessa ed il punto di partenza, due brillanti intellettuali non credenti, anche. Tuttavia la conversione porterà la prima, insieme alla “scoperta” di Dio, alla scoperta di sé ed alla via ad un progressismo autentico. La mancata conversione del secondo lo porterà allo “scacco” alla distanza da sé e ad un progressismo falso.
Edmund Husserl – e con lui Cartesio – e Freud sono i riferimenti da cui nasce la più importante e diffusa corrente filosofica del '900: quella fenomenologico/esistenzialista. Assistenti di Edmund Husserl sono stati Martin Heidegger ed Edith Stein. Jean Paul Sartre, pur con un confronto importante con Hegel, Nietzsche e Freud, parte da Husserl ed Heidegger. 


Ma se la Filosofia può anche essere un “volo notturno” e se “è solo sul far del crepuscolo che la Civetta di Minerva, spicca il suo volo”, tuttavia la Filosofia non si colloca fuori dal mondo e non è un sogno nella notte. Insomma la Realtà e la Storia incidono sulla Filosofia non meno che questa su di loro. Una data importante è il 27 febbraio del 1933: l'incendio del Reichstag ed il successivo colpo di Stato nazista. Il confronto con la realtà più dura serve ad illustrare la vera fondatezza di una filosofia ed a fare davvero i conti con sé stessi. Così nel 1940 Sartre fa l'esperienza del campo di concentramento allo Stalag XII D dove è rinchiuso insieme a dei Padri Gesuiti. L' “enfant terrible” dell'intellighenzia francese è sull'orlo della Conversione e scrive una delle più belle opere sulla natività del Novecento: Bariona. Continua forte 


il lavoro alla migliore delle opere sartriane, “L'Essere e il Nulla”, che vedrà la luce nel 1943. A detta dello stesso Sartre l'opera rinvia necessariamente ed immediatamente ad un discorso sulla morale cui del resto egli inizia subito a lavorare. “Les questions pour une morale”, alquanto belle e coinvolgenti escono tuttavia soltanto postume. Di più la filosofia sartriana ha da lì una svolta e il nuovo e più deciso riferimento è non più Husserl, Heidegger, Cartesio, Freud, bensì il materialismo marxista. Perché? Ebbene, Sartre, a differenza di Nietzsche, con cui pure il confronto fu forte, non è mai stato un antimetafisico né sarebbe mai stato un sostenitore del “pensiero debole”. Jean Paul è sempre stato un sostenitore della necessità del 


Fondamento (dunque della Metafisica) e lo ha sempre ricercato. Tuttavia, se, come voleva già San Tommaso d'Aquino, l'uomo è l'essere che non ha né può avere fondamento in sé stesso (tesi sostenuta sin da “La trascendance de l'ego e ribadita ne “L'Essere e il Nulla”), Dio – a seguito della mancata conversione e a differenza che per Tommaso – non esiste, la società, e se la società è quella nazista di Hitler o quella stalinista di Stalin, in cosa e dove può essere il fondamento? Ecco allora che “La Melancholie”, il celeberrimo dipinto di Albrecht Durer che tanto ispirò Sartre, il senso della mancanza di fondamento in sé e dunque di incompiutezza, non trovando, a differenza che in Tommaso, uno sbocco in Dio e perciò in 


un cammino di Salvezza, diviene realtà dello “Scacco” dell'uomo e di Jean Paul stesso. Dunque i “Cahiers”, usciti postumi ma scritti immediatamente a ridosso de “L'Essere e il Nulla” segnano uno spartiacque. Con la mancata conversione Dio non c'è e dunque non può essere Fondamento, l'uomo e la società non ne hanno per definizione e di più: non c'è uno “Spirito danzante di Dioniso” né un “Eterno ritorno dell'eguale” da seguire. Ergo c'è, nelle opere e nell'attività seguente di “compagno di strada” un confronto anche tecnico assai serrato in cui non è possibile non vedere la disperata ricerca del Fondamento là dove anche non lo si sarebbe mai trovato: nel materialismo marxista. Da qui nasce il “Maggio francese” con le sue rivendicazioni porta ad una società 


individualista, connotata da una sessualità antifamilistica, abortista, denatalista e, come la storia ha dimostrato, senescente. A dimostrazione della sua falsità antropologica. L' “uomo” di Sartre, così come la “donna” della sua compagna, Simone De Beauvoir, è un uomo (una donna) collocato “fuori” dalla famiglia, indipendente da essa. Il tema “famiglia” è sempilicisticamente ridotto a critica sviscerata dell'essere borghese ed il tema della procreazione non è mai affrontato. Jean Paul e Simone sono invero due single dalla vita familiare travagliata e che non mettono assolutamente in discussione la loro scelta di fondo di essere single. Sono capaci di concepire la 


solidarietà ma incapaci di concepire l'amore. Meno che mai un'Amore da cui nasca una nuova Vita. E questo alla fine è il loro vero Scacco. Uno Scacco irrimediabile: personale, sociale ed antropologico. Oggi abbiamo e viviamo l'esito drammatico e tragico del “Maggio Francese”: dati ISTAT 2017 per Milano, la prima città italiana per PIL: i due nomi più diffusi tra i bimbi nati: Ho, di origine cinoasiatica ed Hamed di origine islamica. Oggi a Milano gl'italiani sono una minoranza etnica. A ragion veduta si deve perciò parlare di un progressismo Falso. Quello del “Maggio Francese” è un progressismo dimostratamente Falso.


Tuttavia la corrente fenomenologico/esistenzialista segna anche un esito profondamente diverso. Lo troviamo, segnatamente, in Edith Stein non credente tedesca di origini ebraiche, prima allieva e poi assistente di Husserl. C'è una differenza biografica di peso con la non credente francese Simone De Beauvoir: mentre quest'ultima, ad es. da giovane passa il tempo a girare per la Francia in bicicletta, Edith lo passa facendo la crocerossina in un lazzaretto. C'è una differenza biografica importante anche con Sartre: nell'estate del 1921, in vacanza presso due amici di Husserl, i coniugi Conrad Martius, ha l'occasione di leggere la “Vita di Santa Teresa d'Avila”. L'esito è la Conversione ed il battesimo il primo gennaio 1922. Con la concezione 


fenomenologicoesistenzialista, al pari di Sartre condivide che l'uomo sia l'essere che non ha e non può avere fondamento in sé, veduta che fu già di Tommaso. Qui tuttavia, la Conversione porta ad un confronto serrato con il “Doctor Angelicus”, la sua Filosofia e Teologia. Le tesi di Husserl e di Freud vengono così ad essere mirabilmente fuse a quelle tomiste. Il primo importante esito è “Psicologia e Scienze dello Spirito” del 1922 e poi, dopo l'ingresso nel Carmelo di Colonia nel 1933 e la Vestizione nel 1934, il capolavoro “Essere finito ed Essere Eterno” del 1936. Nella Fede l'uomo può rapportarsi a Dio l'Essere che ha Fondamento in sé e così aprirsi anch'egli al Fondamento. C'è poi lo 


sviluppo personale del concetto husserliano di empatia sentimento cui l'uomo può aprirsi e verso ns Signore Gesù Cristo e, alla luce di questa, verso il prossimo. Non ci si ferma così alla sola Solidarietà ma si fa un passo ulteriore: ci si apre all'Amore. Amore verso Dio e, in questo, verso il prossimo. In questo contesto viene a collocarsi il discorso e la concezione dell'uomo e della donna, cui la Stein, adesso Teresa Benedetta della Croce, dà particolare attenzione. L'uomo e la donna non sono qui single, bensì collocati in una dimensione familiare, e si relazionano, nel rapporto con Dio, reciprocamente in un Amore procreativo


Ecco qui dunque un progressismo Vero cui esito è un modello antropologicamente valido. Il più grosso problema attuale è quello che con il “Maggio Francese” la società ha aderito in massa ad un progressismo Falso. Il problema più urgentemente drammatico di oggi è, alla fine, uno solo: quello della Conversione.
francesco latteri scholten.