mercoledì 27 luglio 2016

L'esorcista ed il filosofo ovvero Padre Matteo La Grua e Cartesio.




“... mi pare che oggi l'uomo sia senza bussola. L'uomo non ha più un progetto spirituale per la sua vita...” perché “non è possibile sostituire l'io e metterlo al posto di Dio...” Così Padre Matteo La Grua nell'ultima sua intervista poco prima della morte, forte dell'esperienza di una vita quasi centenaria. Filosoficamente si tratta invero della celeberrima “inversione” cartesiana operata con il cogito: “cogito ergo sum”. Penso dunque sono. La prima certezza è quella dell'io. Si altera in questo modo il rapporto sul quale tutta la verità e la realtà era stato teso dalla filosofia classica: il rapporto Uno / Molti, ovvero il rapporto tra il principio di unificazione e quello di determinazione, non ci si muove più sulla linea del principio di unificazione bensì su quella del principio di separazione, della molteplicità. L'esito di questo percorso è quello 



nietzschiano cui corrisponde appunto l'attuale “società liquida”. In essa vale quanto ha scritto Nietzsche, “... chi ci ha dato la spugna per cancellare l'intero orizzonte... e dove sono adesso il sopra ed il sotto e, hanno ancora un senso?” Il punto è che questo cammino, a differenza della apocalissi cristiana, non apre a “cieli nuovi e ad una nuova terra”, bensì ad una realtà totalmente priva di orizzonte così come di comunanza e perciò di solidarietà e fratellanza e addirittura di socialità. Si apre all'inferno dantesco, “per me si va ne la città dolente / per me si va ne l'etterno dolore / per me si va tra la perduta gente / … lasciate ogne speranza voi ch'intrate.” E' un cammino che concerne anche ed anzitutto la stessa interiorità dell'uomo, la sua psichicità perché è anzitutto in essa che origina e prosegue il cammino e, che esso produce separazione (gl'antichi dicevano diaballo). Il punto di arrivo, al fondo, nella ghiaccia di Cocito è Lucifero tripartito dallo scimmiottamento di Dio operato appunto movendosi non come la Trinità lungo l'asse del principio di unificazione, bensì lungo quello del principio di divisione dando come esito la triplice scissione della propria psichicità: non l'armonia bensì la più radicale scissione da sé e con sé. L'uscita dall'inferno non è, ovviamente quella dantesca, assai scenografica, conseguita calandosi sul dorso di Lucifero, bensì quella psichicamente più difficile che Padre Matteo La Grua esprime con semplicità: “... coraggio, sono io, non abbiate paura.” Ovvero il ritorno al principio di unificazione anzitutto per il proprio orientamento psichico e prima ancora Spirituale. E' quello che già Jacques Derridda aveva chiamato “la farmacia di Platone”. Ovviamente per Padre Matteo il Lògos è Cristo il cui riconoscimento da parte nostra come nostro Signore è la vera medicina universale...
francesco latteri scholten.