martedì 4 ottobre 2016

Nietzsche, Agostino Gemelli ed il “fumo di Satana nella Chiesa” di Paolo VI.




Se agli albori del XX° secolo Papa Leone XIII aveva avuto la visione mistica che riprendeva il libro di Giobbe, ma nella quale, al posto di Giobbe, oggetto del dialogo tra Dio ed il diavolo era la Chiesa, anche Paolo VI denunciò con forza la “presenza del fumo di Satana nella Chiesa”. Come già le ben note vicissitudini di San Pio da Pietrelcina hanno ben evidenziato, quel fumo ha cominciato a diffondersi con estrema vigorìa e la negazione del dogma dell'Immacolata concezione da parte, ahimé, di diversi vescovi tedeschi e non solo, dimostra quanto esso sia tutt'ora presente. Stranamente a denunciare con chiarezza di cosa davvero si tratti non sono, con lievi eccezioni, i teologi ed i Papi, bensì uno dei grandi 


 “apostoli” dell'ateismo: Friedrich Nietzsche. Anzitutto "Chi" è il “principe della menzogna” e poi "Cosa" è la Menzogna. Il Chi, è l'angelo caduto, ovvero colui che in piena coscienza ha rifiutato Dio e si è collocato in una realtà esistenziale nel cui orizzonte Dio non c'è e se anche ci fosse non sarebbe indifferente: l'Inferno. Il fine della Menzogna è di portare anche l'uomo in questo orizzonte esistenziale. La Menzogna non è dunque la semplicistica bugia di Pinocchio, che tanto più è grande tanto più ha il naso lungo e le gambe corte ed è perciò tanto più visibile. Il fine della Menzogna è il mutamento dei parametri – specie valutativo/valoriali – del soggetto. Essa cambia così il rapporto del 


 soggetto con l' “altro”, con il “mondo”, con Dio. La Menzogna ieri, si veda la Genesi, come oggi, procede allo stesso modo usando l'edonismo materialista per portare ad un orizzonte nel quale la Spiritualità e Dio sono indifferenti. Malus, il melo ed il suo frutto – e si noti l'assonanza con Malum, il male – è esattamente questo nel significato allegorico degl'antichi. Ebbene l'uomo poteva mangiare dai meli del giardino, solo gl'era fatto divieto di non cibarsi di quello posto al centro. Ovvero di non mettere al centro della propria esistenza l'edonismo materialista. Paradossalmente, il Serpente non ha mentito, l'uomo infatti ha visto la “verità”, stavolta con altri parametri che lo hanno proiettato in altri orizzonti, coincidenti con l'uscita dal Paradiso: ha 



visto di essere nudo e mortale. Chi ha riconosciuto con estrema lucidità il Malus del mondo moderno è Nietzsche, nel suo celeberrimo “La Gaia Scienza”. Il nuovo Malus è infatti il positivismo scientifico e la ricezione acritica dei suoi parametri. Questi parametri infatti proiettano l'uomo in un orizzonte esistenziale nel quale “Dio è morto” e se anche non lo fosse sarebbe comunque inesperibile, e quand'anche lo fosse, sarebbe comunque indifferente. Ma, in questo orizzonte (quello del positivismo scientifico), come bene nota già Nietzsche, anche per l'uomo non c'è posto. E, significativamente, l'aforisma 125, “L'uomo folle” si apre proprio con il grido “dov'è Dio?”, per portare subito allo smarrimento umano, lo smarrimento (lasciamo un attimo Nietzsche) che fu anche degl'Angeli ed a cui Michele rispose con il grido che da allora sarà il suo nome: Micha El, Chi come Dio? Tornando a Nietzsche, “dove sono ora il sopra ed 


il sotto, l'avanti ed il dietro... Dio è morto, noi tutti, voi ed io, lo abbiamo ucciso”. Dio è ucciso, non con le bestemmie e la violenza bensì tacitamente, assumendo per parametri quelli scientifico positivistici, il cui esito ultimo è la proiezione in una realtà esistenziale priva di Dio. Uno dei personaggi più significativi del Novecento per quanto riguarda l'assunzione di questi parametri da parte della Chiesa è stato senza dubbio “Padre” Agostino Gemelli, di origini atee e massoniche, il quale, al pari di altri, vedeva in questa acquisizione addirittura un progresso per la Chiesa, un liberarsi dalle credulonerie medioevali. Ma, l'assunzione di quei parametri porta appunto alla “morte di Dio”: non c'è più non solo l' Immacolata concezione, ma il dogma 


centrale della fede cristiana (già secondo San Paolo), ovvero l'incarnazione, morte e risurrezione di ns Signore sono negati, insieme a Dio stesso. Perché si chiede un “segno”, come già ai tempi di Gesù, e non ci si avvede che quel segno lo si vuole in un orizzonte esistenziale in cui Dio non c'è e se ci fosse sarebbe indifferente. Eppure, è morto poco tempo addietro Padre Gabriele Amorth, quasi nessuno nella Chiesa ufficiale si è degnato di parlarne, Vescovi e Cardinali, sulla bella scia di Agostino Gemelli assumono psicologi e psichiatri (che possono essere ancora accettabili per collaborazioni esterne) ma non ordinano esorcisti, neppure a fronte delle tantissime richieste e necessità. A loro, come ai vescovi tedeschi e non, che non credono al dogma dell'Immacolata, ho da obbiettare una sola cosa: coerentemente con queste vostre convinzioni, abbiate il coraggio e l'onestà di restituire l'abito e di andarvene.
francesco latteri scholten