La
radice è la stessa ed il punto di partenza, due brillanti
intellettuali non credenti, anche. Tuttavia la conversione
porterà la prima, insieme alla “scoperta” di Dio, alla
scoperta di sé ed alla via ad un progressismo autentico. La
mancata conversione del secondo lo porterà allo “scacco”
alla distanza da sé e ad un progressismo falso.
Edmund
Husserl – e con lui Cartesio – e Freud sono i
riferimenti da cui nasce la più importante e diffusa corrente
filosofica del '900: quella fenomenologico/esistenzialista.
Assistenti di Edmund Husserl sono stati Martin Heidegger
ed Edith Stein. Jean Paul Sartre, pur con un confronto
importante con Hegel, Nietzsche e Freud, parte da Husserl ed
Heidegger.
Ma se la Filosofia può anche essere un “volo notturno”
e se “è solo sul far del crepuscolo che la Civetta di Minerva,
spicca il suo volo”, tuttavia la Filosofia non si colloca fuori dal
mondo e non è un sogno nella notte. Insomma la Realtà e la
Storia incidono sulla Filosofia non meno che questa su di loro.
Una data importante è il 27 febbraio del 1933: l'incendio del
Reichstag ed il successivo colpo di Stato nazista. Il
confronto con la realtà più dura serve ad illustrare la vera
fondatezza di una filosofia ed a fare davvero i conti con sé stessi.
Così nel 1940 Sartre fa l'esperienza del campo di concentramento
allo Stalag XII D dove è rinchiuso insieme a dei Padri
Gesuiti. L' “enfant terrible” dell'intellighenzia francese è
sull'orlo della Conversione e scrive una delle più belle
opere sulla natività del Novecento: Bariona. Continua forte
il lavoro alla migliore delle opere sartriane, “L'Essere e il
Nulla”, che vedrà la luce nel 1943. A detta dello
stesso Sartre l'opera rinvia necessariamente ed immediatamente ad
un discorso sulla morale cui del resto egli inizia subito a
lavorare. “Les questions pour une morale”, alquanto belle e
coinvolgenti escono tuttavia soltanto postume. Di più la
filosofia sartriana ha da lì una svolta e il nuovo e più deciso
riferimento è non più Husserl, Heidegger, Cartesio, Freud,
bensì il materialismo marxista. Perché? Ebbene, Sartre,
a differenza di Nietzsche, con cui pure il confronto fu forte, non
è mai stato un antimetafisico né sarebbe mai stato un sostenitore
del “pensiero debole”. Jean Paul è sempre stato un
sostenitore della necessità del
Fondamento (dunque della
Metafisica) e lo ha sempre ricercato. Tuttavia, se, come voleva
già San Tommaso d'Aquino, l'uomo è l'essere che non ha né può
avere fondamento in sé stesso (tesi sostenuta sin da “La
trascendance de l'ego e ribadita ne “L'Essere e il Nulla”), Dio
– a seguito della mancata conversione e a differenza che per
Tommaso – non esiste, la società, e se la società è
quella nazista di Hitler o quella stalinista di Stalin, in cosa e
dove può essere il fondamento? Ecco allora che “La
Melancholie”, il celeberrimo dipinto di Albrecht Durer
che tanto ispirò Sartre, il senso della mancanza di fondamento in sé
e dunque di incompiutezza, non trovando, a differenza che in Tommaso,
uno sbocco in Dio e perciò in
un cammino di Salvezza, diviene
realtà dello “Scacco” dell'uomo e di Jean Paul stesso.
Dunque i “Cahiers”, usciti postumi ma scritti
immediatamente a ridosso de “L'Essere e il Nulla” segnano uno
spartiacque. Con la mancata conversione Dio non c'è e dunque non
può essere Fondamento, l'uomo e la società non ne hanno per
definizione e di più: non c'è uno “Spirito danzante di Dioniso”
né un “Eterno ritorno dell'eguale” da seguire. Ergo c'è, nelle
opere e nell'attività seguente di “compagno di strada” un
confronto anche tecnico assai serrato in cui non è possibile non
vedere la disperata ricerca del Fondamento là dove anche non
lo si sarebbe mai trovato: nel materialismo marxista. Da qui
nasce il “Maggio francese” con le sue rivendicazioni porta ad
una società
individualista, connotata da una sessualità
antifamilistica, abortista, denatalista e, come la storia ha
dimostrato, senescente. A dimostrazione della sua falsità
antropologica. L' “uomo” di Sartre, così come la “donna”
della sua compagna, Simone De Beauvoir, è un uomo (una donna)
collocato “fuori” dalla famiglia, indipendente da essa. Il tema
“famiglia” è sempilicisticamente ridotto a critica sviscerata
dell'essere borghese ed il tema della procreazione non è mai
affrontato. Jean Paul e Simone sono invero due single
dalla vita familiare travagliata e che non mettono assolutamente in
discussione la loro scelta di fondo di essere single. Sono capaci
di concepire la
solidarietà ma incapaci di concepire l'amore.
Meno che mai un'Amore da cui nasca una nuova Vita. E questo
alla fine è il loro vero Scacco. Uno Scacco irrimediabile:
personale, sociale ed antropologico. Oggi abbiamo e viviamo
l'esito drammatico e tragico del “Maggio Francese”: dati ISTAT
2017 per Milano, la prima città italiana per PIL: i due nomi più
diffusi tra i bimbi nati: Ho, di origine cinoasiatica ed Hamed di
origine islamica. Oggi a Milano gl'italiani sono una minoranza
etnica. A ragion veduta si deve perciò parlare di un
progressismo Falso. Quello del “Maggio Francese” è un
progressismo dimostratamente Falso.
Tuttavia
la corrente fenomenologico/esistenzialista segna anche un esito
profondamente diverso. Lo troviamo, segnatamente, in Edith Stein
non credente tedesca di origini ebraiche, prima allieva e poi
assistente di Husserl. C'è una differenza biografica di
peso con la non credente francese Simone De Beauvoir:
mentre quest'ultima, ad es. da giovane passa il tempo a girare per la
Francia in bicicletta, Edith lo passa facendo la crocerossina
in un lazzaretto. C'è una differenza biografica importante
anche con Sartre: nell'estate del 1921, in vacanza presso due
amici di Husserl, i coniugi Conrad Martius, ha l'occasione di
leggere la “Vita di Santa Teresa d'Avila”. L'esito è la
Conversione ed il battesimo il primo gennaio 1922. Con la
concezione
fenomenologicoesistenzialista, al pari di Sartre
condivide che l'uomo sia l'essere che non ha e non può avere
fondamento in sé, veduta che fu già di Tommaso. Qui tuttavia,
la Conversione porta ad un confronto serrato con il “Doctor
Angelicus”, la sua Filosofia e Teologia. Le tesi di Husserl
e di Freud vengono così ad essere mirabilmente fuse a quelle
tomiste. Il primo importante esito è “Psicologia e Scienze
dello Spirito” del 1922 e poi, dopo l'ingresso nel Carmelo
di Colonia nel 1933 e la Vestizione nel 1934, il capolavoro
“Essere finito ed Essere Eterno” del 1936. Nella Fede
l'uomo può rapportarsi a Dio l'Essere che ha Fondamento in sé e
così aprirsi anch'egli al Fondamento. C'è poi lo
sviluppo
personale del concetto husserliano di empatia sentimento cui
l'uomo può aprirsi e verso ns Signore Gesù Cristo e, alla luce di
questa, verso il prossimo. Non ci si ferma così alla sola
Solidarietà ma si fa un passo ulteriore: ci si apre all'Amore. Amore
verso Dio e, in questo, verso il prossimo. In questo contesto
viene a collocarsi il discorso e la concezione dell'uomo e della
donna, cui la Stein, adesso Teresa Benedetta della
Croce, dà particolare attenzione. L'uomo e la donna non sono
qui single, bensì collocati in una dimensione familiare, e si
relazionano, nel rapporto con Dio, reciprocamente in un Amore
procreativo.
Ecco qui dunque un progressismo Vero cui esito è
un modello antropologicamente valido. Il più grosso problema
attuale è quello che con il “Maggio Francese” la società ha
aderito in massa ad un progressismo Falso. Il problema più
urgentemente drammatico di oggi è, alla fine, uno solo: quello della
Conversione.
francesco
latteri scholten.
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