mercoledì 17 aprile 2019

Le radici del '68: Edith Stein e Sartre: Vero e Falso progressismo.


La radice è la stessa ed il punto di partenza, due brillanti intellettuali non credenti, anche. Tuttavia la conversione porterà la prima, insieme alla “scoperta” di Dio, alla scoperta di sé ed alla via ad un progressismo autentico. La mancata conversione del secondo lo porterà allo “scacco” alla distanza da sé e ad un progressismo falso.
Edmund Husserl – e con lui Cartesio – e Freud sono i riferimenti da cui nasce la più importante e diffusa corrente filosofica del '900: quella fenomenologico/esistenzialista. Assistenti di Edmund Husserl sono stati Martin Heidegger ed Edith Stein. Jean Paul Sartre, pur con un confronto importante con Hegel, Nietzsche e Freud, parte da Husserl ed Heidegger. 


Ma se la Filosofia può anche essere un “volo notturno” e se “è solo sul far del crepuscolo che la Civetta di Minerva, spicca il suo volo”, tuttavia la Filosofia non si colloca fuori dal mondo e non è un sogno nella notte. Insomma la Realtà e la Storia incidono sulla Filosofia non meno che questa su di loro. Una data importante è il 27 febbraio del 1933: l'incendio del Reichstag ed il successivo colpo di Stato nazista. Il confronto con la realtà più dura serve ad illustrare la vera fondatezza di una filosofia ed a fare davvero i conti con sé stessi. Così nel 1940 Sartre fa l'esperienza del campo di concentramento allo Stalag XII D dove è rinchiuso insieme a dei Padri Gesuiti. L' “enfant terrible” dell'intellighenzia francese è sull'orlo della Conversione e scrive una delle più belle opere sulla natività del Novecento: Bariona. Continua forte 


il lavoro alla migliore delle opere sartriane, “L'Essere e il Nulla”, che vedrà la luce nel 1943. A detta dello stesso Sartre l'opera rinvia necessariamente ed immediatamente ad un discorso sulla morale cui del resto egli inizia subito a lavorare. “Les questions pour une morale”, alquanto belle e coinvolgenti escono tuttavia soltanto postume. Di più la filosofia sartriana ha da lì una svolta e il nuovo e più deciso riferimento è non più Husserl, Heidegger, Cartesio, Freud, bensì il materialismo marxista. Perché? Ebbene, Sartre, a differenza di Nietzsche, con cui pure il confronto fu forte, non è mai stato un antimetafisico né sarebbe mai stato un sostenitore del “pensiero debole”. Jean Paul è sempre stato un sostenitore della necessità del 


Fondamento (dunque della Metafisica) e lo ha sempre ricercato. Tuttavia, se, come voleva già San Tommaso d'Aquino, l'uomo è l'essere che non ha né può avere fondamento in sé stesso (tesi sostenuta sin da “La trascendance de l'ego e ribadita ne “L'Essere e il Nulla”), Dio – a seguito della mancata conversione e a differenza che per Tommaso – non esiste, la società, e se la società è quella nazista di Hitler o quella stalinista di Stalin, in cosa e dove può essere il fondamento? Ecco allora che “La Melancholie”, il celeberrimo dipinto di Albrecht Durer che tanto ispirò Sartre, il senso della mancanza di fondamento in sé e dunque di incompiutezza, non trovando, a differenza che in Tommaso, uno sbocco in Dio e perciò in 


un cammino di Salvezza, diviene realtà dello “Scacco” dell'uomo e di Jean Paul stesso. Dunque i “Cahiers”, usciti postumi ma scritti immediatamente a ridosso de “L'Essere e il Nulla” segnano uno spartiacque. Con la mancata conversione Dio non c'è e dunque non può essere Fondamento, l'uomo e la società non ne hanno per definizione e di più: non c'è uno “Spirito danzante di Dioniso” né un “Eterno ritorno dell'eguale” da seguire. Ergo c'è, nelle opere e nell'attività seguente di “compagno di strada” un confronto anche tecnico assai serrato in cui non è possibile non vedere la disperata ricerca del Fondamento là dove anche non lo si sarebbe mai trovato: nel materialismo marxista. Da qui nasce il “Maggio francese” con le sue rivendicazioni porta ad una società 


individualista, connotata da una sessualità antifamilistica, abortista, denatalista e, come la storia ha dimostrato, senescente. A dimostrazione della sua falsità antropologica. L' “uomo” di Sartre, così come la “donna” della sua compagna, Simone De Beauvoir, è un uomo (una donna) collocato “fuori” dalla famiglia, indipendente da essa. Il tema “famiglia” è sempilicisticamente ridotto a critica sviscerata dell'essere borghese ed il tema della procreazione non è mai affrontato. Jean Paul e Simone sono invero due single dalla vita familiare travagliata e che non mettono assolutamente in discussione la loro scelta di fondo di essere single. Sono capaci di concepire la 


solidarietà ma incapaci di concepire l'amore. Meno che mai un'Amore da cui nasca una nuova Vita. E questo alla fine è il loro vero Scacco. Uno Scacco irrimediabile: personale, sociale ed antropologico. Oggi abbiamo e viviamo l'esito drammatico e tragico del “Maggio Francese”: dati ISTAT 2017 per Milano, la prima città italiana per PIL: i due nomi più diffusi tra i bimbi nati: Ho, di origine cinoasiatica ed Hamed di origine islamica. Oggi a Milano gl'italiani sono una minoranza etnica. A ragion veduta si deve perciò parlare di un progressismo Falso. Quello del “Maggio Francese” è un progressismo dimostratamente Falso.


Tuttavia la corrente fenomenologico/esistenzialista segna anche un esito profondamente diverso. Lo troviamo, segnatamente, in Edith Stein non credente tedesca di origini ebraiche, prima allieva e poi assistente di Husserl. C'è una differenza biografica di peso con la non credente francese Simone De Beauvoir: mentre quest'ultima, ad es. da giovane passa il tempo a girare per la Francia in bicicletta, Edith lo passa facendo la crocerossina in un lazzaretto. C'è una differenza biografica importante anche con Sartre: nell'estate del 1921, in vacanza presso due amici di Husserl, i coniugi Conrad Martius, ha l'occasione di leggere la “Vita di Santa Teresa d'Avila”. L'esito è la Conversione ed il battesimo il primo gennaio 1922. Con la concezione 


fenomenologicoesistenzialista, al pari di Sartre condivide che l'uomo sia l'essere che non ha e non può avere fondamento in sé, veduta che fu già di Tommaso. Qui tuttavia, la Conversione porta ad un confronto serrato con il “Doctor Angelicus”, la sua Filosofia e Teologia. Le tesi di Husserl e di Freud vengono così ad essere mirabilmente fuse a quelle tomiste. Il primo importante esito è “Psicologia e Scienze dello Spirito” del 1922 e poi, dopo l'ingresso nel Carmelo di Colonia nel 1933 e la Vestizione nel 1934, il capolavoro “Essere finito ed Essere Eterno” del 1936. Nella Fede l'uomo può rapportarsi a Dio l'Essere che ha Fondamento in sé e così aprirsi anch'egli al Fondamento. C'è poi lo 


sviluppo personale del concetto husserliano di empatia sentimento cui l'uomo può aprirsi e verso ns Signore Gesù Cristo e, alla luce di questa, verso il prossimo. Non ci si ferma così alla sola Solidarietà ma si fa un passo ulteriore: ci si apre all'Amore. Amore verso Dio e, in questo, verso il prossimo. In questo contesto viene a collocarsi il discorso e la concezione dell'uomo e della donna, cui la Stein, adesso Teresa Benedetta della Croce, dà particolare attenzione. L'uomo e la donna non sono qui single, bensì collocati in una dimensione familiare, e si relazionano, nel rapporto con Dio, reciprocamente in un Amore procreativo


Ecco qui dunque un progressismo Vero cui esito è un modello antropologicamente valido. Il più grosso problema attuale è quello che con il “Maggio Francese” la società ha aderito in massa ad un progressismo Falso. Il problema più urgentemente drammatico di oggi è, alla fine, uno solo: quello della Conversione.
francesco latteri scholten.

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