martedì 10 luglio 2018

Edith Stein e l'aristotelotomismo tra scienza e fede.


Le fondamenta portanti della Metafisica aristotelotomista sono poste da Aristotele in quell'opera che dovrebbe essere ad essa propedeutica ed in conclusione alla quale anche si rimanda alla Metafisica: il De Anima o Perì Psyches. Ebbene queste fondamenta sono scientifiche e confermate dalla scienza contemporanea a cominciare dall'evoluzionismo, dalla tripartizione del sistema nervoso (anima vegetativa, sensitiva e razionale), dalla percezione sensoriale e dal suo modus, alla stessa definizione di Ente (il Concetto assolutamente primo della ns Mente). Ciò che invece a partire dal fondatore delle neuroscienze moderne, Jean Martin Charcot, Maestro di Freud, da Freud, Jung e tutti gl'altri è stato dimostrato non corrispondere sono le “Categorie”. Edith Stein, ebrea tedesca inizialmente laica e seguace delle correnti moderne in linea con le scienze contemporanee, con la conversione al cattolicesimo integra queste concezioni moderne con quelle antiche confermate dalla Scienza. Il risultato è un quadro affascinante 


scientificamente fondato e fondato sulla Fede: la completa Filosofia contemporanea. Quando Filippo il macedone prima ed Alessandro magno poi mandavano in perlustrazione spie e pionieri, quasi sempre erano accompagnati dagl'assistenti del primo scienziato di corte: Aristotele. Essi avevano l'ordine di osservare ed eventualmente repertare flora, fauna e fossili e lo facevano con grande attenzione. Egualmente con grande attenzione veniva eseguito lo studio degl'embrioni. Da qui il convincimento - 2.300 anni prima di Darwin - che la vita si evolvesse dalle forme più semplici a quelle più complesse. E, così come il triangolo è la figura geometrica più semplice e perciò prima e per questo compresa nelle successive più complese, così anche per l' "Anima", inizialmente solo vegetativa, poi anche sensitiva ed infine pure razionale. Realtà condivise dalla medicina moderna e contemporanea. Ma non finisce qui, quando infatti lo stagirita comincia ad occuparsi del senso e della sensazione, della percezione, lo fa di 


nuovo anticipando la medicina dell'ultima settantina d'anni: perché possa esserci sensazione è necessario che il percepito (la medicina contemporanea lo chiama stimolo) superi una soglia minima e che si mantenga al di sotto di una soglia massima altrimenti si ha la distruzione dell'organo di senso, come per l'occhio con la luce troppo intensa o per l'orecchio con il suono troppo forte. E' necessario inoltre che entrambi, soggetto ed oggetto siano simultaneamente in atto: che cioé la lampada che può anche essere solo illuminante in potenza, ovvero spenta, sia illuminante in atto, ovvero accesa; e che l'occhio guardi. Analogamente per gl'altri sensi. Quando questo accade si ha un momento primo del percepire, in cui illuminante in atto e vedente in atto sono simultaneamente uniti. Soggetto ed oggetto sono pertanto ancora indistinti in esso, o in altri termini la loro distinzione è successiva. E' questo 


l'istante in cui avviene anche la connessione al piano successivo, quello dell'Anima Razionale: anche qui è necessario che intelletto ed intelligibile siano entrambi in atto ed anche qui si ha un termine assolutamente primo in cui intelligente ed intelligibile sono simultaneamente uniti e che precede la successiva distinzione di soggetto ed oggetto. Questo termine è l'Ente, realtà assolutamente prima ed indefinibile che comprende in sé tutto ciò che è e può essere. E' quanto confermato anche dalle neuroscienze contemporanee. Ciò di cui invece le neuroscienze contemporanee, a partire da Jean Martin Charcot alla Salpetriere, ma poi anche Sigmund Freud, Carl Gustav Jung e tutti gl'altri, hanno dimostrato non corrispondere sono le famose “Categorie”. Aristotele, inizialmente, ne annoverava 10, categorie della realtà, di cui le più importanti erano la sostanza e l'accidente, nel corso dei secoli il numero è stato ora 


accresciuto, ora diminuito. Ultimo Immanuel Kant le aveva ridotte a due in cui confluivano tutte le altre: lo Spazio ed il Tempo ed erano categorie della Mente (la famosa "rivoluzione copernicana" di Kant).  Ebbene si è dimostrato inconfutabilmente, con Aristotele e contro Kant, che Spazio e Tempo sono categorie non della ns Mente, bensì del mondo esterno nel quale, sin dalla nascita, siamo coerciti. Si pone allora il problema di come proceda nel suo lavoro la ns Mente. Charcot qui ha posto le basi, ma quello cui si deve la definitiva chiarificazione è il suo allievo Sigmund Freud: la ns Mente procede ordinando ed associando i ns vissuti in base alla loro forza, a quella delle pulsioni in atto al momento in cui furono vissuti ed al presente. E' tassello che Edith Stein incorpora nell'aristotelotomismo classico. L'opera di riferimento è “Psicologia e Scienze dello Spirito”. Il terzo livello del “De Anima”, ovvero l'anima razionale assume la seguente configurazione: 1° livello, Psiche: la forza vitale “colora” i vissuti; 2°livello: Coscienza: l'io ed i suoi vissuti; 3° livello, lo Spirito. L'analisi della Stein 


dà dunque conto della spiritualità quale forma più alta della realtà umana. Questa concezione, in linea con i risultati delle moderne neuroscienze, consentead Edith Stein il passaggio successivo: “Dalla psicologia il suo sguardo indagatore si amplia alle scienze sello Spirito, passando da un'analisi riferita al singolo individuo ai legami intersoggettivi che trovano la loro espressione più naturale nella comunità (Angela Ales Bello)”. La Scienza contemporanea dunque, lungi dall' "affossare" la "vecchia" Metafisica, ne dimostra scientificamente i fondamenti, che ancor prima che fondamenti di chi asserirà poi "Cogito ergo Sum" sono quelli di chi afferma "Cogito ergo Deus existit"...
francesco latteri scholten.