E'
uscito “Al
cuore di Ratzinger al cuore del mondo”
di Enrico Maria Radaelli
già collaboratore di Antonio Livi,
uno dei firmatari contro la “Amoris
Laetitia” e
mente di siti come
“la bussola”
ostili a Papa
Francesco,
che ne scrive la prefazione. Escono allo scoperto così gli
antipapisti,
cui non solo Papa Francesco, ma neppure San Giovanni Paolo II o Paolo
VI andavano a genio.
L'intenzione e la mira sono ora chiare e precise: colpire
Joseph Ratzinger per colpire il Concilio Vaticano II
di cui l'allora giovane Professore rampante di teologia è stato uno
dei protagonisti, appunto: al cuore di Ratzinger, al cuore del mondo.
Sotto
accusa la concezione ratzingeriana
che si chiede esplicitamente al
Papa emerito di emendare
pubblicamente, come già a Bergoglio con i dubia. Concezione
formulata
apertamente nella raccolta di lezioni “Introduzione al
cristianesimo”
che ha fatto di Ratzinger uno dei massimi teologi del Novecento, ma
che sarebbe invero anteriore e che
si ritroverebbe molteplicemente disseminata nel Concilio Vaticano II
e, segnatamente, nella Gaudium et Spes.
L'accusa a questa concezione è che i
dogmi, della fede sarebbero interpretati con schemi concettuali
propri del soggettivismo moderno e che l'apologetica si sarebbe così
spostata dalle ragioni per credere del
Vaticano I alla semplice
volontà di credere e così nell'animo del credente all'atto di fede
sarebbe sempre associato il dubbio.
Negazione perciò del Concilio Vaticano II e ritorno
al I,
facendosi forti anche della crisi di fede dell'uomo di oggi, specie
in Europa e concomitantemente del crollo di vocazioni e fedeli.
Tuttavia
il discorso non quaglia,
sebbene infatti alcuni passi della “Amoris
Laetitia”
possano essere formulati in modo non ottimale, diversi religiosi e
teologi possano avere posizioni discutibili (perlomeno a parere di
Livi Radaelli & C), da Enzo Bianchi
a Padre
Sosa,
a Ravasi
a Schillebecq
a Kung, vanno ricordati
alcuni punti:
1)
agl'antipapisti non vanno bene neppure Papi eminenti di epoca
preconciliare
quali Leone
XIII,
Pio XI
e Pio
XII,
per citarne alcuni; 2)
il Concilio Vaticano
II fu indetto per ovviare alla grandissima stagnazione e crisi della
Chiesa
dell'epoca; 3)
il Concilio Vaticano
II ha saputo assai bene ovviare a quella crisi e dare slancio forte
alla Chiesa del suo tempo.
E' qui poi evidente che non si
voglia neppure semplicemente un –
peraltro già assai discutibile ed irrisolvente – ritorno al
Vaticano I, bensì qualcosa di di più. Insomma Livi,
Radaelli & C. porterebbero davvero più Cristo e più fede al
mondo?
Credo proprio di no. Il Vaticano
I è stato un momento valido ed importante per la Storia della Chiesa
ed è stato la base che ha portato al Vaticano II
che si è fatto perché ormai si era su un binario morto. E, va
ricordato, il Vaticano
II è stato uno degli eventi più importanti del Novecento e sulla
sua scia si è arrivati ad uno dei migliori testi di sempre della
Chiesa, la “Fides et Ratio” scritta a quattro mani da San
Giovanni Paolo II e Joseph Card. Ratzinger: la Chiesa che ha
sconfitto le ideologie ed abbattuto il muro di Berlino.
francesco
latteri scholten.
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