Mircea
Eliade volendo connotare le caratteristiche più fondamentali
dell'esperienza umana del Divino cita Rudolph Otto, "Il Sacro",
osservando come la Ierofania si contraddistingua anzitutto per il
carattere del Fascinans. E' l'irrompere, il manifestarsi del
"Totalmente Altro" rispetto all'umano ed al mondano, sin
qui Otto. Eliade prosegue poi osservando come la semplice apparizione
del "Totalmente Altro" sia al tempo stesso la creazione di
una ontologia nuova: è la creazione di un nuovo "Asse del
Mondo". E' uno squarciare il tempo e lo spazio che appaiono ora
scissi in tempo e spazio profani e tempo e spazio sacri. Sin dai
tempi più remoti della sua Storia l'uomo ha detto la Ierofania
indescrivibile, inesprimibile, non comunicabile, unica. Al tempo
stesso l'ha detta anche come la più piena, intensa, significativa e
significante delle esperienze umane. "Illuminazione" è uno
dei termini più frequenti. Un'esperienza che, come già descriveva
Aristotele, Metafisica lib. XII°, è data solo a pochi uomini e
poche volte nella loro vita, e solo brevemente, ma nella quale l'uomo
raggiunge una tale pienezza di coscienza quale non ha avuto in tutta
la vita messa insieme: Dio invece è sempre così e di più... E'
anche un solo istante, ma che vale quanto e
più di una vita.
Sant'Ignazio di Loyola, nella sua autobiografia, "Il racconto di
un pellegrino" la descrive così: "Seduto lì, cominciarono
ad aprirsi gl'occhi dell'intelligenza: non che avesse una visione;
eppure capiva e conosceva molte cose, sia spirituali che di fede e di
scienza, con una luce così grande che tutte gli sembravano nuove. Né
si possono descrivere tutti i particolari che allora capì, benché
fossero molti; si può solo dire che ebbe una grande luce
nell'intelleto. Tale che in tutta la durata della sua vita, fino ai
sessantadue anni passati, pur volendo mettere insieme tutti gli aiuti
ricevuti da Dio e tutte le cose imparate, sommando tutto, non gli
sembra di aver ottenuto tanto quanto in quella sola volta."
Dunque, a volte anche solo un istante, ma è un'esperienza che cambia
radicalmente la Vita dell'uomo che è ora divisa, come bene nota San
Paolo, in "vita dell'uomo vecchio" e "Vita Nuova",
caratterizzata da una pienezza prima inimagginabile. Una Pienezza che
vale più della stessa vita e che ora a nessun costo si vuole più
perdere: dunque un nuovo orientamento della Vita dell'uomo. E', come
già bene osservava Aristotele, l'attrazione di Dio: l'Amante muove
l'amato. Gesù di
Nazareth, la cui vita terrena è la massima forma
di Ierofania, possedeva questa qualità, quella del Fascinans, in
sommo grado: all'istante Simon Pietro e Andrea suo fratello lo
seguirono; così Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello, che non
lasciano lì solo le reti, ma anche il padre; così Matteo che lascia
il banco delle imposte; così anche Ponzio Pilato che però non lo
seguirà e con una lavata di mani ne segnerà la condanna. Il
Fascinans promana dalla Persona, dal Logos che è discorso delle
Beatitudini, dalle opere che sono carità e misericordia, ma anche
guarigione e consolazione. Il Fascinans è tutto insieme e di più: è
l'indicazione all'uomo di una Via umanamente percorribile che porta a
Dio; è il fulmine, il tuono ed il terremoto che squarciano il velo
del Tempio al momento della morte; è il Sepolcro vuoto; è il segno
grandioso nel Cielo che appare a Giovanni, il discepolo amato...
Carattere precipuo del Fascinans è anche il suo antidivismo: no al
divus, all'imperator, alla mondanità, perché essa chiude la mente
allo Ieros ed al suo fainestai. E' il NO all'ultima tentazione,
"tutti questi regni io ti darò...", il secco "Adorerai
solo Dio..." E' il ritiro dalle folle dopo la moltiplicazione
dei pani, dopo le guarigioni, la risurrezione di Lazzaro... E' il NO
al messianesimo politico di Giuda che per questo lo tradirà. E' il
Fascino Divino dell' Anti Divo.
francesco
latteri scholten.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.