venerdì 29 aprile 2016

Gesù di Nazareth: il fascino Divino dell'AntiDivo.


Mircea Eliade volendo connotare le caratteristiche più fondamentali dell'esperienza umana del Divino cita Rudolph Otto, "Il Sacro", osservando come la Ierofania si contraddistingua anzitutto per il carattere del Fascinans. E' l'irrompere, il manifestarsi del "Totalmente Altro" rispetto all'umano ed al mondano, sin qui Otto. Eliade prosegue poi osservando come la semplice apparizione del "Totalmente Altro" sia al tempo stesso la creazione di una ontologia nuova: è la creazione di un nuovo "Asse del Mondo". E' uno squarciare il tempo e lo spazio che appaiono ora scissi in tempo e spazio profani e tempo e spazio sacri. Sin dai tempi più remoti della sua Storia l'uomo ha detto la Ierofania indescrivibile, inesprimibile, non comunicabile, unica. Al tempo stesso l'ha detta anche come la più piena, intensa, significativa e significante delle esperienze umane. "Illuminazione" è uno dei termini più frequenti. Un'esperienza che, come già descriveva Aristotele, Metafisica lib. XII°, è data solo a pochi uomini e poche volte nella loro vita, e solo brevemente, ma nella quale l'uomo raggiunge una tale pienezza di coscienza quale non ha avuto in tutta la vita messa insieme: Dio invece è sempre così e di più... E' anche un solo istante, ma che vale quanto e 


più di una vita. Sant'Ignazio di Loyola, nella sua autobiografia, "Il racconto di un pellegrino" la descrive così: "Seduto lì, cominciarono ad aprirsi gl'occhi dell'intelligenza: non che avesse una visione; eppure capiva e conosceva molte cose, sia spirituali che di fede e di scienza, con una luce così grande che tutte gli sembravano nuove. Né si possono descrivere tutti i particolari che allora capì, benché fossero molti; si può solo dire che ebbe una grande luce nell'intelleto. Tale che in tutta la durata della sua vita, fino ai sessantadue anni passati, pur volendo mettere insieme tutti gli aiuti ricevuti da Dio e tutte le cose imparate, sommando tutto, non gli sembra di aver ottenuto tanto quanto in quella sola volta." Dunque, a volte anche solo un istante, ma è un'esperienza che cambia radicalmente la Vita dell'uomo che è ora divisa, come bene nota San Paolo, in "vita dell'uomo vecchio" e "Vita Nuova", caratterizzata da una pienezza prima inimagginabile. Una Pienezza che vale più della stessa vita e che ora a nessun costo si vuole più perdere: dunque un nuovo orientamento della Vita dell'uomo. E', come già bene osservava Aristotele, l'attrazione di Dio: l'Amante muove l'amato. Gesù di 


Nazareth, la cui vita terrena è la massima forma di Ierofania, possedeva questa qualità, quella del Fascinans, in sommo grado: all'istante Simon Pietro e Andrea suo fratello lo seguirono; così Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello, che non lasciano lì solo le reti, ma anche il padre; così Matteo che lascia il banco delle imposte; così anche Ponzio Pilato che però non lo seguirà e con una lavata di mani ne segnerà la condanna. Il Fascinans promana dalla Persona, dal Logos che è discorso delle Beatitudini, dalle opere che sono carità e misericordia, ma anche guarigione e consolazione. Il Fascinans è tutto insieme e di più: è l'indicazione all'uomo di una Via umanamente percorribile che porta a Dio; è il fulmine, il tuono ed il terremoto che squarciano il velo del Tempio al momento della morte; è il Sepolcro vuoto; è il segno grandioso nel Cielo che appare a Giovanni, il discepolo amato... Carattere precipuo del Fascinans è anche il suo antidivismo: no al divus, all'imperator, alla mondanità, perché essa chiude la mente allo Ieros ed al suo fainestai. E' il NO all'ultima tentazione, "tutti questi regni io ti darò...", il secco "Adorerai solo Dio..." E' il ritiro dalle folle dopo la moltiplicazione dei pani, dopo le guarigioni, la risurrezione di Lazzaro... E' il NO al messianesimo politico di Giuda che per questo lo tradirà. E' il Fascino Divino dell' Anti Divo.
francesco latteri scholten.

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