martedì 10 gennaio 2023

Papa Benedetto Dottore della Chiesa?



La proposta è stata lanciata dal Card. Angelo Bagnasco, Presidente emerito della Conferenza Episcopale Italiana. Invero nessun altro teologo ha connotato la teologia e l’indirizzo teologico della Chiesa nel Novecento quanto Papa Benedetto. Formato dalle persecuzioni naziste alla Chiesa, teologo dal 1953 con una Tesi su “Popolo e Casa di Dio nella Dottrina della Chiesa e di Sant’Agostino” è stato inviato in qualità di “Esperto” dal Card. Frings a partecipare ai lavori del Concilio Vaticano II. Si mostra immediatamente “Progressista” sin dal linguaggio, tipicamente dell’ “uomo di oggi”, vivo ed aperto e comprensibile a tutti. Ed è questo uno dei nuclei della teologia di Ratzinger: portare l’ “Annuncio” all’uomo di oggi. Joseph Card. Frings aveva esortato: “al Concilio dovete parlare anzitutto di Dio”; e questo è l’altro e più stringente nucleo della teologia del nostro. “La crisi di oggi è più profonda: essa non ha le sue radici solo nella Chiesa, è che oggi ormai non esistono più veri ateismi, in quanto l’ateismo di oggi può tranquillamente riprendere a parlare di Dio ma senza intenderlo veramente. Ma la Chiesa parla della problematica del Dio annunciato dalla Chiesa, il problema è quindi ecclesiologico” Metz. E’ per questo che il Concilio ha collocato al primo posto la “Costituzione sulla Sacra Liturgia”, ovvero su Dio: all’inizio sta l’adorazione. La Chiesa non esiste di per sé ma come strumento per radunare gl’uomini a Dio. Ratzinger era con i più progressisti, tra cui Hans Kung, conosciuto nel 1957, con Walter Casper e Karl Lehmann. Dopo il Concilio passò con Von Balthassar e De Lubac. Si tratta di una contrapposizione di lettura: per Kung & C. il cristianesimo va letto partendo dalle sue radici prettamente giudaiche, mentre per Ratzinger & C. esso va letto a partire dall’incontro tra messaggio biblico e cultura/filosofia greca. Ma soprattutto: Ratzinger & C. non accettano il sistema episcopale conservato

 



dagli ortodossi dando un ruolo assai precipuo al papato. Diverso anche il rapporto con i “Protestanti” nelle cui tesi – ad avviso di Kung – Ratzinger vede la volontà di dissolvere proprio il rapporto tra filosofia greca e giudaismo. La disellenizzazione è vista da Ratzinger anche nelle scienze moderne, nel darwinismo e, segnatamente, nel ‘68 che segnerebbe il culmine della decadenza. Insomma l’accusa a Ratzinger è quella di “ellenizzazione”. Dopo il Concilio Vaticano II Ratzinger continua dapprima la sua attività teologica ma, al tempo stesso, inizia la sua ascesa ecclesiale. Il nucleo del pensiero di Ratzinger, tra i ben 66 libri pubblicati, più le Encicliche, gli atti papali e gli innumerevoli saggi, articoli ed omelie, è ravvisabile (sono Filosofo e non Teologo) nel corso di lezioni che egli tenne nel 1967 e che ha trovato concrezione nel celebre volume “Introduzione al Creistianesimo”, apparso proprio nel 1968 cui energicamente si oppone- Il problema che egli si pone è quello centrale per i cristiani di oggi come per quelli dei primi tempi, per lo stesso ns Signore ed i suoi discepoli, per gli evangelisti, per San Paolo e per le prime comunità cristiane: come portare l’annuncio in un mondo prettamente materialista, politeista, ricco di idoli e quant’altro, ovvero con “valori” in contrapposizione aperta ai propri. Joseph Ratzinger lo fa partendo dal Credo. Il primo punto, il celebre “Credo in unum Deo” porta così alla vicinanza ed insieme distanza con il “Dio dei filosofi” segnatamente dunque al monoteismo ed allo spiritualismo contrapposto al politeismo ed al materialismo dell’Impero. “Dio solo è propriamente ed in senso più pieno vita, coscienza pensiero” e qui la vicinanza con l’ “Inno al Logos” del Vangelo di Giovanni è innegabile: “In principio era il Logos ed il Logos era presso Dio e Dio era il Logos”. Tuttavia Ratzinger fa riferimento – sottilmente – ai pitagorici cui discepolo era stato anche il grande Platone, Maestro di Aristotele. Essi ponevano al centro i numeri e dunque la scienza, quale via per accedere e svelare l’armonia dell’universo, armonia in cui si rifletterebbe Dio. Ma posti i numeri quali parametri non è poi possibile assurgere ad un piano ulteriore e neppure all’animo umano: non è possibile cioè assurgere al piano dello Spirito che è proprio ciò cui l’uomo aspira. La stoccata alle scienze moderne è così data: 




quale di esse sarebbe possibile senza i numeri? La “Quaestio” più ardua, difficile, scandalosa nel portare l’ “Annuncio”, l’ “Euangelos” nel mondo di oggi, meglio nell’Impero di oggi – materialista come non mai, politeista, idolatra, si pensi solo alla blasfemia di Klaus Schwab “Davos ed il suo Forum hanno poteri divini, Gesù è solo una favola” e sembra di risentire le parole dell’Impero di una volta – si ha con il secondo articolo, ovvero “… e credo in ns Signore Gesù Cristo…”. Vale qui la pena di riprendere direttamente le parole di Ratzinger (anche se la citazione è un po' lunga): “Con il secondo articolo del Credo ci troviamo di fronte all’autentico scandalo del cristianesimo. Esso è costituito dalla confessione che l’uomo Gesù, un singolo, giustiziato in Palestina verso l’anno 30, sia il “Cristo” di Dio, anzi il figlio stesso di Dio, il centro fgocale e determinante dell’intera storia umana. Sembvra presunzione ed insieme autentica follia dichiarare il centro focale di tutta la storia una figura singola. Se la fede nel Logos, nella significatività dell’essere, corrisponde senz’altro a una tendenza della ragione umana, in questo secondo articolo del Credo avviene l’associazione addirittura mostruosa fra Logos e Sarx, fra senso universale ed una singola figura della storia. Il senso che sotiene tutto l’Essere si è fatto carne. Ciò equivale a dire che egli è entrato nella storia ed è diventato uno di essa; egli non è più soltanto ciò che l’abbraccia e la sostiene, ma è un punto inserito in essa stessa. Di conseguenza, il senso di tutto l’Essere d’ora in poi non andrebbe più ricercato in alto, nella visione dello Spirito che si eleva al di sopra del particolare e limitato verso l’universale; non si troverebbe più semplicemente nel mondo delle idee, che trascende il particolare, rispecchiandosi in esso solo frammentariamente; andrebbe invece colto nel tempo, nel volto di un uomo…” (Joseph Ratzinger, “Introduzione al Cristianesimo”). Si tratta delle tematiche e dell’orientamento che, dopo un primo sfocio nel Concilio Vaticano II, con l’ascesa ecclesiale di Joseph Ratzinger sino ai massimi vertici, Vescovo, Cardinale, Prefetto della Congtreregazione per la Dottrina della Fede, Pontefice, daranno un “imprinting” decisivo alla teologia ed al Magistero della Chiesa nel Novecento: la teologia che, con San Giovanni Paolo II porterà all’abbattimento del Muro di Berlino e che oggi ha da confrontarsi con quella nuova forma che l’Impero ha assunto: quella che porta la faccia di Klaus Schwab e dell’alta finanza e di satanisti quali Rotschild e Hillary Clinton.

francesco latteri scholten.


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